venerdì 4 maggio 2018

A Paola col Mantello di san Francesco




Inimmaginabile. Semplicemente inimmaginabile la festa di san Francesco a Paola.
La stazione è imbandierata con immagini del santo. Davanti alla stazione la statua del santo, in pianta stabile, in questi giorni è infiorata, mentre il commissariato di Polizia mostra uno striscione con “La polizia stradale saluta san Francesco”. A lato un altro striscione con il saluto dei ferrovieri. Da nessuna parte è scritto Francesco di Paola e nessuno lo chiama così. È semplicemente san Francesco. Caso mai è l’altro a doversi identificare con l’appellativo d’Assisi.
La città è praticamene chiusa al traffico. Da giorni vi si riversano i pellegrini, da tutta la Calabria, alcuni dopo un giorno e una notte di cammino. Le scuole sono chiuse. Per molti sono giorni nei quali prendere le ferie. Gli immigrati tornano, anche da Paesi lontani.
Una settimana di festeggiamenti, che culminano oggi, festa liturgica, con la consegna al santo delle chiavi della città da parte del sindaco. Fiera, luna park…


Per ieri pomeriggio il giornale annunciava: «Sbarco del Sacro Mantello e ripresa della processione… Piazza IV Novembre. Messaggio da arte di padre Fabio Ciardi, Missionario Oblati di Maria Immacolata… Ripresa della processione fino alla chiesa di Montevergine…».
Invece c’è stata la benedizione dal cielo. Le mamme dicono ai bambini: “Dio ti benedica come la pioggia di maggio”. La pioggia di maggio ieri pomeriggio è venuta giù abbondantissima. Quindi niente barche. Il mantello è stato portato direttamente nel nuovo santuario.

Quando arrivo è già gremito, con più di 5.000 persone, i sindaci, le autorità militari, i carabinieri in alta uniforme che fanno la guardia al mantello, la reliquia più prestigiosa di san Francesco; quel mantello sul quale attraversò lo Stretto di Messina.
Il nuovo santuario, inaugurato nel 2000, è una vastissima sala, costruzione armoniosa, con mosaici, vetrate, soffitto a volte in legno: un gioiello. L’altare è un capolavoro d’argenteria, lavorato in Spagna con gli ex voto del santuario.
I Minimi mi hanno accolto con grande festa, a cominciare dal superiore generale, il provinciale, e uno dei miei ex studenti.
Al termine del vespro cantato, presieduto dall’arcivescovo, lancio il “messaggio” alla città. Abitualmente il compito è affidato a cardinali o personalità del tipo Salvatore Martinez, Andrea Riccardi... Questa volta devono contentarsi di un povero missionario qualsiasi.
Dovendolpronunciare il discorso nella grande basilica piuttosto che in piazza della città, è risultato più familiare e accolto con grandissima attenzione. Quando, al termine della celebrazione, la massa dei fedeli si è riversata dietro il mantello portato processionalmente nell’antico santuario, molte persone mi hanno salutato e ringraziato, anche con commozione. Che bello parlare con semplicità al cuore delle persone! Sono finito anche sul telegiornale di Rai 3.



Questa mattina, festa del santo, l’ho iniziata con la messa nel monastero di clausura delle Suore Minime. Sono sei, due spagnole e quattro giovani calabresi.
Subito dopo nel grande santuario concelebro con l’arcivescovo. L’aula è ancora più gremita di ieri sera. Il coro è impotente, accompagnato dall’organo, timpani e trombe. Le autorità, soprattutto quelle militari, sono numerose.
Nonostante la grande folla la celebrazione è raccolta e partecipata. Alla fine si parte la processione verso il centro città, scortati da polizia a cavallo, carabinieri in moto… Nel pomeriggio il mantello giungerà il mare con sessanta cavalieri… a cavallo!
Nessuna manifestazione di fanatismo e molta commozione, con canti belli e partecipati.
Non avrei mai immaginato tanta bellezza e devozione.

Mi sono preso il tempo per una breve visita ai luoghi delle origini: la prima cella di Francesco, il primo romitorio, la chiesa antica… il fascino è rimasto intatto, nell’eloquenza della semplicità e della santità.
Continuano ad accompagnarmi, con fedeltà, uomini e donne legati agli Oblati, ai quali qualche anno fa ho dato gli esercizi spirituali. Ovunque vado non sono mai straniero!

San Francesco di Paola continua a parlare con le sue massime semplici e penetranti:
- A chi ama Dio, tutto è possibile.
- Siate cristiani buoni.
- Lasciamo fare a Dio.
- Chi ben fa prega sempre.
- Amatevi a vicenda e fare tutto in carità.


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