mercoledì 23 maggio 2018

Apa Pafnunzio: Mi ami tu?



“Mi ami tu?”.
Io?, rispose apa Pafnunzio.
Non era rivolta a Pietro la domanda, era rivolta a lui.
Si sentì venire meno.
Perché il Maestro glielo chiedeva? Perché non si fidava più di lui? e a ragione. L’aveva rinnegato. Era spergiuro come Pietro.
Lo sai che non ti amo, avrebbe voluto rispondergli. Lo sai che ho tradito la tua fiducia. Sono venuto meno ai miei impegni, alle mie promesse. Se lo sai perché me lo chiedi?
Stava per rispondergli che no, che non l’aveva amato, che non gli era stato fedele.

Quando per la terza volta Gesù gli chiese se lo amava, apa Panunzio comprese finalmente la domanda.
Non gli stava chiedendo se lo aveva amato. Gli stava semplicemente chiedendo se in quel momento lo amava.
Perché guardare al passato se Gesù l’aveva dimenticato e lo stava interrogando sull’adesso? Perché guardare se stesso, mentre aveva dinnanzi il Maestro?
Levò gli occhi e lo guardò. Era il Signore risorto, con ancora i segni della Passione, i segni del suo amore sconfinato.
Lo guardava e d’una cosa era certo, che il Maestro l’amava. Avrebbe voluto essere lui a chiederli: Gesù, mi ami? Non ce n’era bisogno, lo sapeva che Gesù l’amava.
Fu la consapevolezza di quell’amore a fargli dire:
“Tu sai tutto. Tu lo sai che ti amo”.
Non aveva bisogno d’aggiungere “adesso” ti amo. Quand’è l’amore se non ora?
“Tu sai tutto. Tu lo sai che ti amo”.



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