sabato 5 maggio 2018

Questo vi comando: che vi amiate


«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri co­me io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici... Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri» (Gv 15, 9-17).

Hai atteso l’ultimo momento per rivelare il segreto più intimo. Hai raccolto i discepoli a mensa attorno a te, per l’estremo salu­to. Prima di essere consegnato nelle mani di coloro che ti met­teranno a morte, vuoi lasciare loro il tuo testamento. È l’ultima tua raccomandazione che rivolgi a quanti ami, come un padre ai figli sul letto di morte.

«Questo è il mio co­mandamento». È tuo perché è la realtà che vivi tu stesso, quella che hai ricevuto dal Padre e che costituisce il tuo stesso essere, la tua stessa vita: è il segreto che ti ha guidato e che ora fai cono­scere agli amici. Riveli finalmente il grande mistero della tua vita, della vita di Dio. Il Padre ti ama al punto da generarti: «Figlio mio sei tu»; e tu lo riami fino a ridonargli la tua vita, compiendo la sua volontà: «Abbà, Padre». Vi amate l’un l’altro! È questa la realtà di Dio, la reciprocità dell’amore. La pienezza dell’amore è reciprocità del dare e del ricevere, è rapporto d’amore. Quella stessa vita divina adesso la trasmetti a noi: vivete anche voi come vive Dio, nella reciprocità dell’amore. «Amatevi gli uni gli altri».

Non si tratta di un sentimento. L’amore di cui parli ha la misura del tuo amore: «amatevi… come io ho amato voi». Amare per te ha significato morire per gli amici, dare la vita per noi. Con­segnando il comandamento nuovo richiedi la stessa radicalità d’amore, fino al dono della vita, pronti a morire gli uni per gli altri, se le circostanze lo richiedessero. Si conoscono atti eroici di amore, ma sono episodi rari, isolati. Tu vuoi di più: non hai comandato soltanto l’amore all’altro, l’amore al nemico, ma un amore che va e che viene tra le persone della tua comunità, la quotidianità dell’amore. Questo ha di mira il tuo comando: ge­nerare non eroi isolati, ma una società fraterna, un popolo nuo­vo che ha come legge la reciprocità.

Sarebbe impossibile giungere a tanto se, contemporaneamente, non avessi rivelato che ci hai amato con lo stesso amore con cui sei amato dal Padre, con lo stesso amore ricevuto da lui. È possibile vivere l’amore come tu lo vivi per­ché sei tu ad amare in noi.

Infondi in noi il tuo amore
perché possiamo amarci come tu ci hai amato.
Porta tra noi la vita della Santissima Trinità
perché ogni rapporto tra noi
sia dono reciproco e accoglienza reciproca,
pronti a morire l’uno per l’altro
come tu sei morto per noi.
Nasca la tua famiglia sulla terra,
unita nell’unità
del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo.


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